Rubrica parliamo di...previsioni mercato immobiliare 2024

Nel secondo trimestre 2023, l'Osservatorio Del Mercato Immobiliare (OMI) evidenzia un calo dei volumi di scambio, parlando del mercato ed in questo caso, del settore residenziale e su tutto il territorio Nazionale, rispetto allo stesso trimestre 2022.
Sono state compravendute 184 mila abitazioni nel secondo trimestre 2023, circa 35 mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2022, con un calo tendenziale del 16%. Dopo un picco positivo avuto nel 2021, la crescita del numero delle compravendite rallenta fino al quarto trimestre 2022, dove si ferma e tendenzialmente e si iniziano a rilevare dati in discesa
A livello nazionale, le compravendite di abitazioni diminuiscono maggiormente nei comuni capoluogo, -17,2% (circa 12 mila abitazioni scambiate in meno rispetto al secondo trimestre 2022), ma subiscono una decisa flessione anche nei comuni minori, -15,4%. Rispetto al secondo trimestre del 2022, la diminuzione degli scambi è diffusa in tutte le aree del paese, senza eccezioni. Le perdite più consistenti si registrano nei comuni capoluogo del Centro con un tasso negativo del 21,4%. Al Nord Est e al Centro la variazione negativa è più marcata (rispettivamente -19,6% e -19,9%) mentre al Nord Ovest il calo si attesta a -14%, tasso trascinato dalle perdite registrate nei comuni capoluogo (-14,9%). La dinamica è simile al Sud dove il calo del 14,8% è trascinato dalle perdite registrate nei comuni capoluogo (-17%). Nelle Isole, invece, si osserva la diminuzione più lieve, -8%.
Ma allora cosa accadrà nel 2024?
Secondo le previsioni di Nomisma S.p.A.( società di consulenza fondata nel 1981 a Bologna da un gruppo di economisti, tra cui Romano Prodi, con il sostegno di alcune banche o grandi organismi economici), dopo aver registrato 784 mila transazioni di compravendita nel 2022, si prevede che nel 2024 il numero si ridurrà a 643 mila.
Ad influenzare negativamente questa situazione non è tanto la recessione quanto l’inflazione, a cui le politiche monetarie restrittive non stanno ottenendo gli effetti desiderati. Se la banca centrale aumenta i tassi di interesse, diventa più costoso ottenere prestiti, il che può rendere più difficile per le famiglie acquistare case o auto o per le imprese fare investimenti e conseguentemente assumere personale.
In un periodo caratterizzato da un declino dei prezzi, il rapporto di Nomisma afferma che questo è ciò che ci si deve aspettare nel prossimo futuro.
Fonte Agenziaentrate.gov
Bruna Boi